Oggi mi è tornato in mente Kirikù, protagonista di un film-cartone che Giulio ha tanto amato e che per un bel po’ di tempo è diventato parte della nostra famiglia. In realtà certe cose non accadono a caso. Questo cartone è uno dei più belli e particolari che esistono in giro. Ricordo ancora la prima volta che lo abbiamo visto. Confesso di essere rimasta perplessa. Trama, ambientazione, personaggi mi sembrarono così strani, forse anche per i ritmi della storia, così diversi rispetto ad un classico cartone animato.
Fui invece piacevolmente sorpresa dall’attenzione di Giulio che, ad appena tre anni, seguiva rapito. Kirikù è un grande uomo nel corpo di un minuscolo bambino africano. Che affronta la vita con coraggio, senza sottomettersi all’ignoranza e al pregiudizio. Il tutto raccontato con metafore significative, che parlano ai bambini.
Giulio da allora lo ha visto mille volte Kirikù. Lo ha disegnato, lo ha ascoltato, lo ha raccontato e perfino recitato. Gli ha voluto bene, e credo che porterà con lui, crescendo, il suo ricordo, come quello di un amico dell’infanzia, che forse lo ha fatto sognare e sentire meno solo.
“Il ne condamne pas,
Il demande pourquoi,
Et quand il a trouvé,
Il sait tout pardonner”
Semplicemente bello. Grande Ale per quello che scrivi continua per te stessa e per tutti noi. Queste sono le cose che mi rendono felice.