Per una come me, la parola provocazione non ha mai avuto un preciso significato. Forse perché non sono mai riuscita a coglierle queste dannate provocazioni. Poi un giorno, all’improvviso, mi accorgo che il mondo è pieno di gente provocatoria.

Così mi metto a scrivere. E non solo per psicanalizzare la mia mente, affrontare i comparti da cui è formata. Gli incastri, i meccanismi, le reazioni, le cause, gli effetti, gli annessi e connessi.

Scrivere è anche un modo per smascherare, non solo sé stessi ma anche gli altri. Questi altri indefiniti e indefinibili che aleggiano intorno al mio mondo. Certo uno smascheramento di tal tipo resta circoscritto nella mia sola testa. Però, tanto basta. E’ un po’ capovolgere ed invertire i ruoli. Una sorta di strategia di una partita a scacchi, dove tu sei il re immobilizzato e vinto che all’improvviso ti giri dall’altra parte e fai una pernacchia.

 

 

 

 

 

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