“Buongiorno nonno.” “Buongiorno Kiriku’. Come ero ansioso di vederti.” “Anche io, nonno. Ho avuto paura che il termitaio non si aprisse.” ” E cosa avresti fatto se non si fosse aperto?” “Avrei fatto un buco e sarei entrato comunque. Avevo quello che ci vuole. E’ il pugnale di mio padre.” “Lo so, sono io che gliel’ho regalato.” “Nonno io sono piccolo e vorrei essere grande.” “E quando sarai grande, vorrai essere piccolo. Oggi tu sei piccolo e sei potuto entrare dove nessun altro avrebbe potuto. Rallegratene. Domani, quando sarai grande, non dimenticare di rallegrarti di essere grande.”

“Nonno posso mettermi sulle tue ginocchia? A volte sono un pò stanco di essere sempre solo a battermi. E mi sento un pò piccolo. E ho un pò di paura. Nonno…” “Si bambino mio?” “Puoi darmi un amuleto contro la strega?” “No la tua forza è nell’assenza di amuleti. La strega conosce il mondo degli amuleti e si prende gioco degli uomini che si credono protetti e non diffidano più. Invece lei non sa cosa fare davanti all’innocenza nuda e cruda e ad un’intelligenza sempre vigile e libera.”

“Kirikù e la strega Karabà” di Michel Ocelot

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