20 km di passi.
L’arrivo.
Scrivo queste righe sul terrazzo della stanza dell’hotel Pombal, dove staremo fino a martedì mattina quando si rientrerà in Italia.
Davanti la facciata della Cattedrale su Praza do Obradoiro.
Alle 8.40 Carlo ed io ci siamo fermati sulla pavimentazione della piazza, concludendo il lungo cammino di 30 giorni, iniziato a Saint Jean Pied de Port con il primo passo il 12 maggio scorso. Sembrava essere così lontana Santiago eppure ci siamo, un’avventura che poteva riservare imprevisti, sorprese, incertezze sul poterla ultimare. Ma tutto è andato per il meglio.
Adesso penso che dopo il vivere la quotidianità del cammino, con i gesti e le consuetudini che ci siamo trovati a organizzare, tornando ciascuno alla sua quotidianità precedente, scatterà quasi automatica se non inevitabile la domanda sul senso di questa lunga parentesi temporale e sul valore di questa esperienza. Ognuno si darà la risposta che crede, misurerà i risultati con le aspettative. Non credo non possa succedere nulla quando si è vissuto così intensamente, in modo del tutto inusuale, tempo e spazio. Delusione, arricchimento, certezze smontate, fragilità curate oppure venute fuori.
Personalmente inizierò a rivedere e a ripensare, giorno dopo giorno, i fotogrammi di questo film per cogliere particolari che al momento mi sono sfuggiti o a trovare collegamenti rimasti slegati.
La cronaca della giornata: partenza alle 4.30 da Predouzo Carlo e io, alla luce della frontale, anche se notte serena e con luna quasi piena. Primo tratto nel bosco di eucalipti, poi su asfalto terminato l’aggiramento del perimetro dell’aeroporto. Croce del Monte Gozo e discesa verso la città.
Dalla Porta del Camino si arriva sulla Praza do Obradoiro. Dopo la foto, subito all’Oficina de Acogida al Peregrino per ritirare il Certificado de Distancia e la Compostela. Poi a pranzo con gli altri arrivati nel frattempo.
Fermerei qui la cronaca di questi giorni ed è il momento dei ringraziamenti personali:
agli amici di cammino Gino, Guido, Mirella e in particolare Carlo;
ad Alessandra che ha camminato con noi stando a Roma, pubblicando ogni giorno il diario della nostra avventura;
a tutti quelli che ci hanno seguito e incoraggiato, penso alle belle parole di Maria;
al CAI di Rieti e in particolare a Pippi che avremmo voluto con piacere nostro compagno di passi;
ai piedi che mi hanno consentito di arrivare fino a Santiago e alle scarpe che li hanno assistiti e protetti;
alle spalle che hanno sopportato dignitosamente il carico dello zaino, la nostra piccola casa al seguito.
Un bel lavoro di squadra!
Per trenta giorni, fino a questa mattina, è risuonato ad ogni incontro il saluto reciproco “buen camino!”
Da domani potrà diventare per ognuno l’augurio da farsi ogni giorno, guardandosi allo specchio la mattina, prima di uscire di casa.
Quindi “buen camino” a tutti!
Angelo e Carlo