E’ vetta!
Vetta assolata e carica di vento
un vento freddo che riempie di azzurro
il cielo e lo pulisce dal bianco
delle nuvole.
Il gruppo è tutto insieme
le mani si stringono
nel gesto consueto e fraterno dell’arrivo.
Oggi con me è salito un amico,
un padre, un fratello.
C’è, sento che è qui.
Ha camminato passo dopo passo
il sentiero,
prima tracciato su pendio erboso,
poi scolpito tra le pietraie più in alto.
Con la stessa fatica, con lo stesso fiato,
con la stessa voglia di salire.
Non abbiamo parlato
ma ci siamo ascoltati.
Ci siamo guardati intorno
e la stessa gioia è diventata
energia incontenibile
per salire ancora.
Ci siamo riempiti gli occhi
con l’orizzonte frastagliato
di cime all’infinito
col bianco dei ghiacciai.
Abbiamo chiamato i nomi
indicando con il dito
della mano infreddolita
quei monti tanto camminati o sconosciuti ai passi.
Era un secolo
che non si andava in montagna assieme
e questa cima è nuova per tutti e due.
E’ ora di scendere, il rifugio è qui sotto
e la valle in basso è lontana.
L’ultimo sguardo da sopra questo sperone
di roccia fredda.
Un gesto della mano e la cenere si sparge
e vortica nel vento.
Raccolgo un sasso per fare tangibile il ricordo.
Rimetto lo zaino sulle spalle.
Ti saluto, Delio.
Un respiro profondo
e la sensazione di un ciao dentro il soffio del vento
attutito dal suono ritmico
dei passi che pestano le pietre.
angelo