Alla svolta della strada
il Corno Grande appare nella sua imponente mole
a dominare l’orizzonte del piano.
Ci avviciniamo ancora.
Il sole della prima mattina fatica a scaldare l’aria.
Il cammino inizia,
la nostra fila si allunga
sul primo traverso
alla sella che apre lo sguardo e il passo
su Campo Pericoli.
Sulla breccia del pendio
risuona il ritmo dei passi
a tratti coperto dalle raffiche tese del vento.
Sosta al Sassone,
ci sediamo un momento.
Con te, Delio, siamo otto.
Vioz, Corno Grande, Corno Piccolo, Pasubio, Ortigara
ormai sono tante le nostre uscite insieme.
Oggi qui. Ci si conosce già tutti,
siamo un bel gruppo.
Per te, per me è la prima volta al bivacco.
E’ arrivata l’occasione.
Sfiliamo lentamente la via ferrata
accompagnati dal ripetuto aprirsi e chiudersi dei moschettoni
sulla treccia d’acciaio.
Le mani cercano appigli nella roccia
a sollevare i passi lungo la traccia
che, sottile linea incisa sui fianchi della montagna,
a tratti più leggibile in altri meno,
ci precede ancora guidando lo sguardo
fino al dado rosso sempre più vicino,
quasi nido d’aquila,
sul profilo frastagliato delle rocce.
La ripida rampa finale e siamo sul balcone del bivacco.
Le raffiche di vento non rallentano,
c’è il sole del mezzogiorno.
Si ripete, come sempre, la stretta di mano
a condividere in amicizia la gioia
per la meta raggiunta.
Lo spettacolo intorno è fantastico.
Sono contento di averti accompagnato qui,
a questa tua nuova casa, così vicina ad altre dove già sei.
Il vento ti riceve e ora abiti questo luogo meraviglioso.
Ti seguo quanto posso con lo sguardo,
ci salutiamo nel solito silenzio.
La strada del ritorno è lunga, è stata una bellissima giornata.
Dal basso, guardando a cercare il piccolo dado rosso sulla roccia
non è più la stessa cosa della mattina.
Ora è cercare e trovare la tua presenza, lì,
a confine tra roccia e cielo.
E sarà così sempre.
angelo