Guardo turisti accaldati, sudati, sbracciati e sgambati. Con le loro facce rosse, felici. Mi chiedo che cosa mai gli passerà per la testa mentre sull’autobus bloccato nel traffico di Via del Corso, sotto il sole a mezzogiorno, si raggiungono probabili quaranta gradi. Avranno camminato per ore per le vie del centro, i loro occhi si saranno riempiti della “grande bellezza” tanto da avere ora un’espressione piuttosto beota. Mi chiedo se ce l’avrei anche io quella faccia lì in versione turista, sudata e accaldata su un qualunque autobus a quaranta gradi sotto il sole. Conoscendomi, sono certa di no. Intanto cerco i pensieri più zen di cui una come me può essere capace per sopportare il caldo di questo 63. Ci riesco a malapena ma sicuramente meglio della mia vicina, a cui porgo la mia spalla per lo sfogo di cui capisco molto bene la necessità. A Piazza Venezia mi saluta scusandosi per l’incazzatura che l’ha beccata. Con un sorriso cerco di dimostrale tutta la mia comprensione e solidarietà e continuo il mio viaggio, anche se ormai manca poco al capolinea, dove dovrò scendere anche io.
Tutto sommato, pagando il pegno dei cento gradi sotto il sole, questo 63 è piuttosto comodo per arrivare dove devo arrivare. Ovviamente se non si incendia prima, come è successo qualche settimana fa. Che guarda a volte i casi della vita, mi ci sono ritrovata anche io in mezzo a tutto quel casino che un autobus che si incendia al centro di Roma può provocare. Anche quel giorno con in giro i turisti, una famigliola di francesi diretti a Villa Borghese che, alla fermata dell’autobus in Via Arenula, mi chiedevano prima felici quale autobus prendere, poi perplessi perché non arrivava, poi preoccupati perchè il percorso che gli avevo indicato sulla cartina non corrispondesse a quello che l’autobus, una volta arrivato, stava seguendo. Il tutto non parlando un’acca di italiano. Che quindi spiegaglielo a questi felici-perplessi-preoccupati turisti che tutto il bordello che c’è in giro è dovuto ad un autobus che ha preso fuoco! E che tra l’altro, se ha preso fuoco, non è perché c’è stato un attentato ma solo perché quell’autobus lì era un pochino vecchiotto, cioè a dire piuttosto usurato. Che fortunatamente l’autista si è accorto che la temperatura era un po’ troppo elevata e ha fatto scendere tutti prima che quello prendesse fuoco. Cerco di gesticolare al mio meglio per far capire qualcosa a quei poveretti francesi e alla fine me la cavo con un vago “c’è stato un problema, l’autobus ha deviato il percorso. Una volta scesi che si facciano pure due passi a piedi che forse è meglio e a Villa Borghese ci arrivano prima “.
Io poi ci pensavo sopra a questa cosa che un autobus si incendia proprio come se niente fosse. Che sì, un pochino il traffico si paralizza, qualche turista deve cambiare percorso, gente come me ci mette un’ora in più per fare quello che deve fare e tutti mandano foto comiche sul telefonino. Ma alla fine tutto finisce lì. In quello che dalle parti mie si chiamerebbe “brodo di ceci”, alternativa locale al classicissimo e italianissimo “tarallucci e vino”. In effetti questa cosa del brodo di ceci, la verifico proprio sulla mia pelle accaldata, su questo 63 la cui temperatura desta più di qualche sospetto. Ma in balia del brodo di ceci, mi convinco che si tratta di una suggestione e, a tarallucci e vino, tiro a campare. Del resto la meta è vicina, lì sull’isola Tiberina, ad un tiro di schioppo dal capolinea. Basta attraversare quel ponticello da cui si intravede un panorama anche molto bello. C’è uno che suona la chitarra e Roma, qui così suggestiva, si lascia alle spalle autobus a rischio di incendio, traffico e turisti accaldati.
Riattraversando il ponticello al ritorno, l’autobus però, con i suoi cento gradi, io me lo ritrovo di nuovo a picco sotto il sole e dopo una trentina di minuti di attesa lì a quella fermata, nel mio ormai bollente brodo di ceci, io tra il sudato e l’incredulo mi ritrovo a pensare quello che non avrei mai pensato di pensare e cioè, addirittura…’ “quant’e’ bella la metro”!
Alla fine mi hai fatto sorridere sei forte Ale
Ale sei fortissima davvero! Nonostante la tua inclinazione al negativo riesci ad essere comica nei tuoi racconti. Penso che sei “la meglio” per tutto ciò che riesci a fare e mi chiedo:”se fossi una un po’ più positiva dove arriveresti ?…. Sulla luna?”
😊