Ci sono ore definitive della vita. Spesso così inaspettate, non preventivate. Si srotolano come tutte le altre, camuffandosi, da ore come tutte le altre. Senza avvisarti si realizzano, si compiono. Si palesano diverse, da tutte le altre, solo quando sono divenute ricordi, stampate nella memoria e per sempre nel cuore. Ma hanno già preso il volo nei cieli della vita, come farfalle variopinte, lì, a volteggiarci, fino a sparire. A me quelle ore piacerebbe fermarle, bloccarle con un cenno della mano. Mi piacerebbe entrarci dentro a quelle ore e volare con loro…nei cieli della vita. “Io sono una che ha sempre sofferto di nostalgia. Una per cui la nostalgia è un senso perenne, una sensazione assidua. Sono sempre stata una persona per cui la nostalgia arriva prima di sé stessa. Una strana persona che sente addirittura nostalgia di quello che deve ancora avvenire.” E la mia nostalgia è tutta qui, nella consapevolezza di quanto certi momenti trascorrano sé stessi mentre io li vorrei sempre con me . Li vorrei a perdurare vivi e non ad andarsene così presto, ammucchiati e trascorsi, tra i ricordi. Spesso svaniti. Col tempo, alcuni, addirittura dimenticati. Che a furia di vederli volare via come farfalle variopinte e salutarmi, e dirmi addio, sempre più lontane, in quei cieli della vita, il tempo poi trascorre davvero…deve essere che poi, è trascorso davvero.
Ai tempi in cui ci si fidava – Io gennaio me lo immagino bello – Storie di una fuorisede. La Ruota Edizioni