“Non conosco bene il Molise, né ho mai vissuto da fuorisede, ma dico che con la tua scrittura, nitida e incisiva, la piccola e montuosa Campobasso, che sta un po’ stretta a tutti, l’appartamento per fuorisede a due passi da La Sapienza, vagamente surreale ma comodo, e la tua vita, che a sorpresa prosegue nel caos romano, mi sono apparsi, bizzarramente, familiari. Trovo sia merito dell’autenticità che affiora dai personaggi, dai luoghi e dalle immagini che descrivi, se viene così facile connettersi con le emozioni che il tuo racconto man mano libera. Sì, tutto mette a proprio agio: i toni, a volte malinconici, a volte scherzosi, sempre pacati e discreti; la chiarezza di pensiero e di parole; la qualità dei ragionamenti; la scelta di non far cenno a concetti come fatica, difficoltà, impegno e determinazione, che pure devono aver vigorosamente contraddistinto quella parte di vita che racconti, ma su cui preferisci non soffermarti. A proposito di toni scherzosi, sappi che il modo arguto e canzonatorio di essere critica con te stessa, è il vero lato comico del libro!
Cara Ale, si sapeva della tua grande passione, ma ora che sei uscita così allo scoperto, non hai più via di scampo. La parola d’ordine è una sola: scrivere, ancora!”

Cinzia Bai

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