Il treno Campobasso Roma delle 8:36 è partito puntuale dal binario 1. Un bel treno, piuttosto pulito, addirittura leggermente profumato. L’aria è fresca per via del condizionamento che pare funzionare a regime. A mio avviso direi pure troppo a regime ma mi dico che non è il caso di sottolinearlo a voce alta, pure se lo spiffero sul braccio mi darà qualche noia. Preferisco sopportarlo e tenere per me la questione che, trattandosi del famigerato treno Campobasso-Roma, mi pare essere fuori luogo. La voce automatica saluta dando il benvenuto ai passeggeri ed elenca tutte le fermate fino a Roma. Vista così, la situazione mi pare ottimale per azzardare pronostici positivi per il viaggio. A Guardiaregia invece il treno si ferma. La voce automatica, quasi sapesse cosa stiamo tutti temendo, si sbriga ad informare che la fermata è dovuta all’attesa della coincidenza di un treno proveniente dal verso opposto. Il tono è tranquillizzante, quasi a dire “Non temete, non sta accadendo nulla di quanto pensate.” In effetti il treno non si è rotto. Non c’è da fare nessun trasbordo su autobus sostitutivi e nemmeno aspettare sotto il sole senza sapere cosa sia successo. La voce automatica addirittura ci quantifica la previsione dei minuti di attesa, circa sei. Dopo sei minuti esatti il treno, dunque, riprende il cammino annunciando per correttezza un ritardo di sei minuti sulla tabella di marcia. A questo punto gli indizi fanno già quasi una prova che tutto potrebbe veramente andare per il verso giusto. L’ottimismo mi pervade, mettendomi di buon umore. Perdo anche di vista il mio braccio che, nella tratta Campobasso- Carpinone, intanto, mi si è quasi congelato. Un brivido di freddo mi fa rinsavire da insoliti lieti pensieri e decido di infilare una maglia previdentemente messa nella borsa benchè continui a pensare che non sia assolutamente il caso di lamentarsi dell’aria condizionata che funziona (troppo) bene. Il viaggio dunque procede al fresco mentre il treno ha addirittura recuperato i sei minuti di ritardo. Nei pressi di Cassino uno sprazzo di pessimismo mi tende un agguato. Mi dico che manca poco e alla fermata cascherà di certo l’asino: i passeggeri non troveranno come al solito posto e invaderanno, con i loro corpi in piedi e le valige, i corridoi e gli spazi utili del treno. Con mia somma sorpresa, invece, un flusso ordinato e composto di persone sale trovando magicamente posto a sedere. A questo punto realizzo che nell’ora e mezza senza più fermate per arrivare a Roma è poco probabile il verificherarsi di quegli eventi avversi che solitamente rendono questo viaggio un incubo e, a parte qualche nuvola minacciosa in lontananza, tutto fa presagire che invece questo potrebbe concludersi nel migliore dei modi. Stanti così le cose, addirittura mi spingo a pensare che il treno potrebbe arrivare ad un binario “umano” della stazione Termini. Il realismo degli ultimi trent’anni mi consiglia però di non cullarmi troppo sugli allori. Che il calcolo delle probabilità non è comunque da prendere sotto gamba e, se tanto mi tanto, il rapporto tra gli eventi favorevoli e quelli possibili, nel caso dei treni provenienti dal Molise di fermarsi ad un binario ragionevolmente “umano”, sfida le leggi matematiche ed e’ prossimo all’universo dei numeri negativi. Io però, contro ogni legge delle probabilità, voglio dargli fiducia a questa Freccia del Molise. Voglio credere in questo treno che oggi ce la sta mettendo tutta per essere un treno come “Cristo comanda”! e dunque veicolo i miei pronostici di arrivo ben oltre la puntualità e molto oltre il dannato binario 20b! All’arrivo alla stazione Termini il miracolo dunque si compie: direzione binario 22, a pochi metri dall’uscita! Non credo ai miei occhi e mi dico che la questione potrebbe inquadarsi tra le robe fantascientifiche anche se, ragionevolmente e prudentemente, mi aspetto a questo punto di contro, per la solita logica di compensazione del mio universo, lo scatenarsi di condizioni climatiche particolarmente avverse. Invece non accade nemmeno questo. Il cielo resta sereno e il rientro puntualissimo a Roma si rivela piacevole e tranquillo.
Me ne torno a casa pensando che sarebbe molto bello se questo viaggio fantascientifico diventasse in fondo la realtà. Che in fin dei conti forse basterebbe poco per passare dalla fantascienza alla normalità: un treno contemporaneo sufficientemente adeguato al numero di passeggeri che normalmente lo prendono. Un po’ di aria condizionata. Un arrivo “umano” … ad un binario “umano”.
Troppo bello sarebbe se durasse nel tempo.
Ma noi pendolari lo speriamo….
sempre…….