Oggi mi sono svegliata alle sei. Un raggio di sole gia’ molto deciso si intravede dalle tende mentre il silenzio mattutino e’ interrotto solo dal cinguettio degli uccellini. Provo l’eco di una sensazione rimasta intrappolata in qualche voragine, abisso del mio essere. La mia sensazione e’ l’eco di una sensazione piu’ antica, quella che al primo accenno di primavera mi procurava un’inspiegabile gioia, un’inconsistenza e leggerezza di vita che diventava tutta colori, attimi, suoni. Il cinguettio mattutino degli uccellini mi ha sempre fatto sospettare dell’esistenza di altri mondi, di strati paralleli di vita. Sono cinguettii vicini, a tratti fragili, a volte piu’ decisi. Pare vogliano sussurrarmi qualcosa, non all’orecchio ma per mezzo di esso. Vogliono da lì entrare con il loro suono, viaggiare dentro il mio universo trasformando quel loro cinguettio incomprensibile in note di musica, in un linguaggio comprensibile solo alle orecchie nascoste dell’anima. Stamattina mi sono svegliata alle sei e ho cercato di ricordare il momento in cui le mie sensazioni sono state sopraffatte e sconfitte. Ho cercato di ricordare quel momento in cui devo aver deciso di alzare bandiera bianca e abbandonarle ferite in qualche luogo sperduto. Piegate e riposte o forse solo sanguinanti, adagiate, svenute ma, pur tuttavia, non ancora morte. Oggi mi sono svegliata alle sei e un raggio di sole e il cinguettio degli uccellini mi hanno detto che, forse, potrei essere ancora in tempo a salvarle.
La Vita vince, sempre
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