Mia madre era maestra. Aveva vinto il concorso a cattedra su a Bollate, in provincia di Milano ed era partita alla fine degli anni 60 in cerca di una casa. Trovò non poche difficoltà per la solita storia dei meridionali malvisti dai settentrionali. Nella scuola dove andava a insegnare si era già sparsa la voce che sarebbe arrivata una maestra dal sud e le notizie avevano destato una tale preoccupazione nell’animo dei genitori dei poveri scolari a cui era toccata siffatta sorte che si era addirittura organizzata una protesta. Le cose erano poi andate come dovevano andare. Con l’assegnazione provvisoria di un sede più vicina a casa, quegli stessi genitori che non l’avevano voluta, si erano ritrovati nuovamente a protestare, questa volta perché non volevano più rinunciare a lei. Era poi rientrata nel Molise e ogni anno cambiava destinazione per le scuole dei paesini che erano quelle che erano, dislocate spesso in casolari di campagna, a volte senza nemmeno il bagno che di solito era arrangiato fuori dalla scuola, un po’ alla fortuna. Soprattutto di non fare incontri ravvicinati con insetti e ragni di cui mia madre aveva il terrore.
Gli alunni erano ragazzini figli di contadini che si facevano trovare tutti i giorni sulla strada per salutarla quando partiva o arrivava e nelle occasioni festive le portavano in regalo uova, verdure e roba di campagna. Una volta le regalarono una gallina viva. Mia madre la riportò a casa e siccome mai avrebbe avuto il coraggio di ucciderla per farne un bel brodo, l’aveva sistemata nel bagnetto di servizio. Inutile dire quanto io e i miei fratelli potevamo sentirci elettrizzati all’idea di quella presenza gallinesca nella nostra casa. Una sensazione davvero fantastica!
Ricordando la vita di mia madre, oggi ho ripensato a quella gallina, alle emozioni mie e dei mie fratelli rispetto a quell’animaletto che per qualche giorno si aggirò nel bagnetto di servizio della nostra casa. Una meraviglia. Alla ricerca di una foto di una gallina in casa scopro poi, inaspettatamente, il “riscatto della gallina” che, da animale sciocco e destinato agli allevamenti intensivi, sembrerebbe sempre più prendere piede nelle case come animale domestico, al pari di un gatto o di un cane. Mi imbatto così in Nina, una gallina di Milano che ama il divano, leggo della pet therapy per bambini autistici e per gli anziani soli con le galline ciuffate, scopro una gallina per amica, oasi delle galline salvate dal macello. Insomma, dal bagnetto di servizio mi pare che la gallinella ne ha fatta di strada e la notizia, lo confesso, mi ha piuttosto allietato la giornata.
Disegno di Stefania Mirra