Penso oggi alla torta all’ananas della signora Nella. Quella che, più o meno da quando mio figlio Giulio è nato, lei mi prepara ogni anno con la dedizione e l’attenzione che si riserva alle persone importanti. Il gesto mi commuove alquanto. Innanzitutto perché la signora Nella ha 95 anni e, visti i cento gradi di questi giorni, si è svegliata alle 5 di mattina pur di infornare e sfornare la sua meravigliosa torta. Secondo perché la signora Nella è, volendo renderle pan per focaccia, una persona per me importante. Dalla considerazione che questi gesti sono oggi più di ieri motivo di attimi di gioia pura che, benché attimi, hanno un senso alquanto speciale, mi rendo conto di quanto sia mutato il mio sentire e le cose che mi piacciono della vita. Sufficientemente scontato è imboccare il sentiero della riflessione che le cose cambiano perché tutto evolve e muta anche quando, intrappolati nei nostri schemi mentali, pretendiamo di rimanere fissi, immutati e immodificabili, come i gusti del gelato. Finanche quelli, che da quando ero bambina li ho sempre scelti con una certa ostinazione un pò troppo ripetitivi, sono alla fine cambiati. Il pensiero si sofferma sulla considerazione che sì, d’accordo, il tutto reca in sé elementi di una certa obiettività ma che, tuttavia, gli stessi sembrano mal assorbirsi dalla sfera emotiva. Cioè, razionalmente lo sappiamo tutti benissimo che il tempo passa e tutto cambia ma la cosa proprio non riusciamo a farla nostra. Ci intrappoliamo nelle gabbie delle nostre assurde pretese. Facciamo tutto da soli, nessuno ci costringe a questa mania di fissità, immobilità, di tutto quanto ci riguarda, dalle cose brutte a quelle belle, dal dolore alla gioia, dal pesante al leggero. Ci imprigioniamo da soli nella convinzione che la nostra stessa faccia, il nostro corpo, siano destinati a non mutare mai benché le nostre cellule si rinnovino di continuo e anche se solo il movimento ci definisce vivi. Ci vantiamo addirittura di vivere costantemente in questo paradosso, di anelare cioè all’immobilità nel mentre tutto a dispetto di noi cambia senza chiederci propriamente il permesso. Rifletto sulle cose belle della vita e che oggi sono così distanti da quelle di qualche tempo fa. Si sono evolute, trasformate, al punto che la signora Nella mi commuove molto più di quanto lo faccia il mare e che la cosa è molto vicina a quella che amo l’autunno molto più che l’estate o anche che un bel tramonto mi piace allo stesso modo dei panni stesi che svolazzano al vento, guardati in silenzio dal mio balcone.