Sono a un punto della vita in cui, visto quanto pesano l’anima, il corpo e i miei influssi astrali, ho barattato il camminare leggera con il camminare sospesa. Del resto ci ho sempre visto poco e lo sguardo miope la fa questa cosa di innalzarti almeno a tre metri dalla terra. La ricerca del mio tempo perduto viaggia così nel territorio fluttuante della sospensione. Lo ritrovo nel ricordo degli innamorati volanti nel cielo, avvolto nel blu dei dipinti di Chagall, tra il verde di campagne che scorrono dai finestrini dei treni e l’azzurro di quel solito vestito da ragazza, lungo e un po’ scollato, che come una conchiglia appoggiata all’orecchio, mi fa sentire il mare e le sue onde. E’ un tempo risorto, il mio tempo perduto, che apre gli occhi e si sgranchisce le braccia, risvegliato dalla fresca schiuma delle onde dell’Oceano Atlantico che si infrange sulle scogliere della Normandia, per sfumare nel rosa di alcune nuvole nel cielo al tramonto mentre l’odore del sale mi entra nel naso. Il mio tempo perduto risorge nella memoria proprio nel momento in cui la memoria comincia a vacillare. In compenso grazie a Proust sento meglio e tutto osservo, con maggiore nitidezza. Nonostante le amnesie, la miopia, la presbiopia, il distacco del vitreo del mio occhio destro e il lieve annebbiamento che si porta appresso. L’atmosfera si arricchisce dei colori di Monet, delle ninfee a galla nei laghetti, delle sfumature del ghiaccio che si scioglie sulla Senna, dell’impercettibile colore dell’aria, di quelle sfumature dell’impressione che bussano inaspettate alla porta del sentimento che ho dentro. Sarebbe bello scriverne… intanto che il quesito del giorno si delinea: in quale vita l’ho mai visti, io, la Normandia e l’Oceano Atlantico con la schiuma bianca sulle sue scogliere e i laghetti e i giardini di Monet, il ghiaccio sulla Senna, gli innamorati fluttuanti e quelli in blu di Chagall?
In riva al mare dei miei ricordi…
