“… abbi fede ad oltranza, anche se dovesse accadere che tutti gli uomini si corrompessero e tu rimanessi l’unico fedele: porta le tue offerte anche in quel caso e loda Iddio per la tua solitudine. E se incontrerai un altro come te, allora sareste un mondo intero, un mondo di amore vivente, abbracciatevi l’un l’altro commossi e lodate Iddio: giacché almeno in voi due la sua verità si sarà compiuta. Se commetterai peccato anche tu e sarai addolorato sino alla morte per i tuoi peccati, o per un tuo peccato improvviso, gioisci per gli altri, gioisci per i giusti, gioisci per il fatto che anche se tu hai peccato, un altro è stato giusto e non ha peccato. Se le malefatte degli uomini susciteranno in te indignazione e un dolore insopprimibile, tali da indurti addirittura a farti desiderare la vendetta, allora temi, sopra ogni altra cosa, proprio questo sentimento. Cerca subito di procurarti delle pene, come se tu stesso fossi colpevole di quelle malefatte. Accetta quelle pene e sopporta, e il tuo cuore troverà conforto e capirai che anche tu sei colpevole, giacché avresti potuto risplendere come l’unico senza peccato agli occhi di quei malfattori e invece non l’hai fatto. Se tu fossi stato una luce avresti illuminato il cammino degli altri, e colui che ha commesso una malefatta forse non l’avrebbe commessa, illuminato dalla tua luce. Ma anche se la tua luce risplendesse e tu vedessi che gli uomini non vengono salvati da essa, tu resisti lo stesso e non dubitare del potere della luce celeste; Abbi fede che, seppure non si sono salvati adesso, si salveranno in futuro. E se non si salvassero in seguito, si salveranno i figli loro, giacché la tua luce non morirà nemmeno se tu stesso sarai morto. Il giusto se ne va, ma la sua luce rimane. Accade sempre che gli uomini si salvino solo dopo la morte di colui che intendeva salvarli. Il genere umano non accoglie i suoi profeti e li massacra, ma gli uomini amano i propri martiri e onorano coloro che hanno torturato. Tu stai lavorando per tutto il Creato, stai agendo per il futuro. Non ambire a ricompense, giacché comunque la tua ricompensa su questa terra è già sublime: è la gioia dello spirito che solo un giusto si conquista. Non temere gli illustri o i potenti, ma sii saggio e sempre sereno. Sappi la misura, sappi il tempo di ogni cosa, approfondisci tutto questo. Quando rimarrai in solitudine, prega. Che il prostrarsi per terra e baciare la terra ti siano cari. Bacia la terra e amala incessantemente, insaziabilmente, ama tutti, ama tutto, ricerca l’esultanza e l’estasi che riserva questo amore. Irrora la terra con le lacrime della tua felicità e amale, quelle tue lacrime. Non provare vergogna per questa estasi: abbine cura, giacché è un dono divino, un grande dono, che non a molti è concesso solo agli eletti…”
I fratelli Karamazov di Fedor Michajlovic Dostoevskij
“Può la luce arrivare dal passato? Può esserci luce nella polvere? “
La Luce delle stelle morte – Saggio su lutto e nostalgia di Massimo Recalcati