32,6 km di passi.

Il paesaggio comincia a cambiare.

Da Leon siamo partiti separati: Gino pronto alle 5.45 si è incamminato, a seguire Carlo e Guido che, lasciati gli zaini per la spedizione, faranno a piedi buona parte del percorso per arrivare a Hospital de Orbigo con Il bus, sempre per cercare di arginare il principio di tendinite che si è manifestato. Qualche minuto dopo le 6 parto anche io.
Leon è deserta, c’è un ampio tratto che dal centro porta ad uscire dalla periferia, direzione aeroporto per fiancheggiare fino a destinazione la N-120. Siamo come ieri, tratti rettilinei lunghi e nelle orecchie solo il rumore del traffico che, sostenuto, ci scorre a pochi metri. Il cammino francese oggi è questo, in questo territorio.

 


Dalla zona industriale di Léon si prende poi una sterrata che poco dopo la Virgen del Camino si allontana dalla N-120 per sottopassare la A- 66 e poi si riaccosta alla prima per giungere fino a Villadangos del Paramo e, sempre rettilinea, diventando dopo San Martin del Camino un piccolo sentiero nel verde arriva a Hospital de Orbigo.
Totale di oggi 32,6 km.
La novità è che all’orizzonte si cominciano a vedere dei rilievi montuosi che preannunciano il cambiamento del paesaggio che stiamo camminando.
Hospital de Orbigo è un borgo caratterizzato dal ponte d’ingresso che traversa il rio Orbigo. Di origine romana, rimaneggiato nei secoli X-XI, è lungo 300 metri.

 


L’albergue prenotato è il San Miguel, molto accogliente e pieno di arte, dai libri ai quadri che riempiono le pareti, fatti tutti da pellegrini. C’è un cavalletto e i colori se c’è l’ispirazione… È un bel posto, tranquillo.
Le cicogne ci guardano dai campanili.

 


Angelo e Carlo

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