C’è che a volte mi imbatto in chiusure della mia mente fantascientifiche, che a parlarne è dura parecchio. L’altro giorno mi dicevo che in fondo non ho più niente da dire. Quasi che ad un certo punto uno poi senta di essere arrivato a destinazione. E al capolinea si scende, chi si è visto si è visto.
Poi in realtà io di viaggi fino al capolinea ne ho fatti un milione. E in effetti a seguire c’e’ sempre un ritorno. Che non è detto che uno arrivi mai da qualche parte, durante la vita. Forse non c’e’ nessun capolinea finché si è in movimento, in continua evoluzione. Anche se poi l’evoluzione non te la senti proprio per niente mentre evolve se’ stessa. Come i cambiamenti che giorno per giorno ti si sommano addosso, come le rughe che in un preciso istante scopri di avere, che quello prima non le vedevi e che invece chissà da quanto se ne stavano lì, lente, a scavare.
Resta un po’ comunque che io ci sono volte che non ho più niente da dire. Figuriamoci da scrivere! E quello che vorrei scrivere, e forse quindi anche dire, me lo immagino proprio chiuso come una castagna in un riccio, pieno di spine che se mi ci avvicino mi pungo.
Non smettere di scrivere! troppo bello leggerti!
Grazie Sabrina!😙
Ale sei una fonte inesauribile di idee, sei originale, profonda, divertente e lungimirante. Non smettere mai di condividere con noi queste tue qualitá👍😙