E’ un po’ di tempo che, al cospetto di quel che accade nel mondo, mi si affollano pensieri, che si incrociano l’uno sull’altro, si frappongono, a volte oppongono tra loro. Poi in tutto questo miscuglio una parola mi risuona sempre nella mente a mettere un po’ di ordine in queste faccende e questa parola è dignità.
Stamattina leggevo un cartellone pubblicitario. Non ricordo nemmeno cosa pubblicizzasse, ma due parole erano evidenziate: ambizione e carriera. Due parole che sembrano tanto piacere al mondo, soprattutto ai giovani, di ieri, di oggi e di domani. Questi giovani che sembrano avere in pugno il mondo, che si aspettano di dominarlo il mondo. Che hanno dentro il sacro fuoco dell’entusiasmo, che è poi la vita. Questi giovani che, come tutti i giovani di qualsiasi epoca e paese, credono o hanno creduto nel loro futuro, fatto di ideali e promesse, di passioni e obbiettivi e sogni. In un mondo che però, spesso e non molto volentieri, non lo consente di realizzarli questi sogni. In un mondo dove, nella maggior parte dei casi, per realizzarli questi sogni ci sono da percorrere strade impervie, faticose e difficili, senza nessuno che ti possa garantire che sì, alla fine “è stata dura ma ce l’hai fatta”. No, il mondo, questo mondo qui, non è una favoletta, non è un film dal lieto fine. Spesso e non molto volentieri il lieto fine non c’è e c’è solo una fine. Talvolta triste. Anche grazie a chi le strade, invece, se le sceglie semplici e veloci per realizzarli i propri sogni, a scapito degli altrui sogni. Perché in questo mondo qui le possibilità sono poche, non per tutti, finanche riservate. Però tant’è, questo è stato, è e sarà il mondo, almeno fino a che non ci sarà gente che invece ci crede che il mondo, sì, si può anche cambiare, magari partendo da sé stessi e dai propri comportamenti, perché il mare è fatto di gocce e la sabbia di granelli di sabbia. E ogni “lungo viaggio comincia sempre con un piccolo passo” e via discorrendo, di questo passo. Io penso che un gran bel passo sarebbe se si riscoprisse il senso della responsabilità delle nostre azioni. Se si riscoprisse, o scoprisse finalmente, che nella vita ad ogni azione corrisponde una conseguenza. Che ogni effetto ha una causa. Che è la somma dei singoli comportamenti delle persone a determinare i sistemi malati di questa nostra società. E che se solo la gente avesse più dignità, oltre che responsabilita’, tante sopraffazioni e ingiustizie non esisterebbero. Che questo mondo qui è pieno di sopraffattori e ricattatori perché è altrettanto pieno di gente senza dignità. Che purtroppo essere senza dignità a volte non è nemmeno una colpa e che uno puo’ essere addirittura vittima della propria mancanza di dignità. Che la dignita’ e’ un valore da coltivare, curare, insegnare, tramandare. Affinche’ parole come ambizione e carriera non siano piu’ distorte nel loro significato e piegate a logiche assurde, in nome delle quali si accettano cose inaccettabili.
Io penso che la dignità non si possa barattare con nessun sogno. Che nessun sogno possa valere la propria dignità. Che potrai anche non realizzarli i tuoi sogni ma ti resterà sempre la dignità a consolarti per questo. E che è solo grazie alla dignità che uno nella vita poi trova il coraggio di affrontarlo il mondo e quando necessario anche combatterlo e un po’ cambiarlo.
Cara Ale ho appena finito di leggere a mia madre le tue considerazioni sulla dignità. Condivide pienamente quanto da te descritto che è poi quello che ha cercato di mettere in pratica nella sua lunga vita.
Cara Fiorella non sai che piacere per me sapere che leggi i miei pensieri a tua mamma!😘