“«Credi che non capisca il tuo timore del fox-trot, la tua antipatia per i bar e le sale da ballo, la tua opposizione al jazz e a tutta questa roba? capisco fin troppo, e così pure il tuo orrore della politica, la tua tristezza per le ciarle e i maneggi dei partiti irresponsabili, della stampa, la tua disperazione per la guerra, quella passata e quelle che verranno, per il modo che si ha oggi di pensare, di leggere, di costruire, di fare musica, organizzare feste, diffondere cultura! hai ragione tu, lupo della steppa, mille volte ragione, eppure devi perire. Per questo mondo odierno, semplice, comodo, di facile contentatura, tu hai troppe pretese, troppa fame, ed esso ti rigetta perché hai una dimensione in più. Chi vuole vivere oggi e godere la vita non deve essere come te o come me. Chi pretende musica invece di miagolio, gioia invece di divertimento, anima invece di denaro, lavoro invece di attività, passione invece di trastullo, per lui questo bel mondo non è una patria…» Abbassò lo sguardo a terra e rimase assorta nei suoi pensieri. «Hermine», la chiamai teneramente «che buoni occhi hai, sorella mia! Eppure sei stata tu ad insegnarmi il fox-trot, ma che cosa intendi quando dici che uomini come noi, uomini con una dimensione in più, non possiamo vivere qui? Da che cosa dipende? E’ così soltanto oggi o è sempre stato così? » «Non so. A onore del mondo voglio ammettere che solo il nostro tempo sia così, che sia un morbo, una disgrazia passeggera. I capi preparano con ardore e con successo la prossima guerra, noialtri intanto balliamo il fox-trot, guadagniamo denaro e mangiamo cioccolatini: in un’epoca simile il mondo dev’essere ben meschino. Speriamo che le altre epoche siano state migliori e altre diventino migliori in avvenire, più larghe, più profonde. Ma a noi serve poco. E forse è sempre stato così… » «Sempre come oggi? Sempre un mondo di politicanti, di trafficanti, di camerieri e uomini di mondo, senza aria per uomini veri? » «Perché no? Io non lo so. Non lo sa nessuno. E del resto non importa. Anch’io penso in questo momento al tuo beniamino, del quale mi hai parlato più volte e mi hai fatto anche leggere le lettere, penso a Mozart. Come sarà stato allora? Ai suoi tempi chi governava il mondo? Chi dava il tono e valeva qualcosa, Mozart o gli affaristi? Mozart o gli uomini dozzinali e superficiali? E poi come è morto, come è stato sepolto? Perciò credo che sia sempre stato così e sarà sempre così, e quella che a scuola chiamano “storia universale” e che si deve imparare a memoria per la cultura, con tutti quegli eroi, quei geni e le grandi gesta e i grandi sentimenti…non è che una turlupinatura inventata dai professori a scopi culturali, affinché i ragazzi nel periodo obbligatorio abbiano qualcosa da fare. Sempre è stato così e così sarà sempre: il tempo e il mondo, il denaro e il potere apparterranno ai piccoli e ai superficiali, mentre gli altri, i veri uomini, non avranno niente. Niente all’infuori della morte. » «Proprio nient’altro? » «Ma sì, l’eternità.» «Vuoi dire il nome, la fama presso i posteri?» «No, caro lupetto, non la gloria. Che valore può avere? E credi che tutti gli uomini autentici e completi siano diventati famosi e passati alla posterità?»
Herman Hesse – “Il lupo della steppa”