Quando comincio a leggere un libro, faccio sempre una certa fatica, soprattutto quando si tratta di autori che non conosco. Le prime pagine sono un po’ come quel tempo che generalmente serve alle nostre sensazioni per chiarirsi, in bene o in male. Poi all’improvviso ecco che arriva, inaspettata, quella frase che ti colpisce al cuore.
A me succede sempre così.
“Sistemò alle finestre delle tende pesanti che erano state appese nella sala da pranzo di un amico. Sul tessuto stampato si alternavano boccali e staffe d’ottone, e Jinny le trovava molto brutte. Ma ormai sapeva che nella vita viene il momento in cui brutto e bello svolgono più o meno la stessa funzione, quando tutto ciò che guardi altro non è che un gancio a cui appendere le sensazioni scomposte del corpo, e i brandelli della mente.”
A me è successo così.
Stamattina, in metro, mentre leggevo questo racconto, “Il ponte galleggiante” di Alice Munro.
Mahatma Gandhi diceva che l’uomo è dove è il suo cuore, non dove è il suo corpo…