Oggi parliamo…
🎤🎧 … di aria, polmoni, apnea.

🖋 Circondata dai fiori e dall’aria rarefatta di un tardo pomeriggio domenicale, tutto sembra favorire una sospensione verso stati d’animo riconciliati con l’esistenza. I colori tenui in effetti sono essenzialmente i miei, me li sento adatti e io mi sento adattata a questo habitat intravisto dai vetri del mio balcone. Mi ci incastro come una specie a metà via tra una donna e un uccello, una sorta di essere mitologico con le ali che si aprono dalla testa e dal cuore. Mi confondo al di là del vetro con una cornacchia o un piccione appollaiati sui rami o anche con il solito e familiare pappagallo verde, a sua volta mimetizzato nel verde di una primavera immobilizzata che mi tende agguati di sonno e di stanchezza. A dire il vero anche di un soffuso mal di testa e di qualche dolore articolare che si fa sentire più del dovuto. Se apro gli occhi, chiudo le ali del pensiero e del cuore. La tendenza sarebbe quella di lasciarmi andare verso considerazioni catastrofiche sull’avanzare dell’età se non fosse per quello spirito volenteroso e combattivo che mi pervade e che mi pare abbia i suoi scatti di collera tutte le volte che mi ripiego su me stessa. Oggi infatti mi guarda molto di traverso ricordandomi che i segna passi sul mio cellulare ne conta 10.766 svelti, una roba che ammonta a circa sette chilometri e mezzo fatti sotto il sole. Che insomma, se ci aggiungo pure tutte le altre cose che ho fatto, non mi pare poi male per una che ha scavallato sufficientemente a piè sospinto la cinquan…tunina. Indubbiamente tocca dargli ragione allo spirito combattivo e volenteroso. Infatti cerco di calmarlo respirando profondo, guardandomi intorno, inebriandomi dei fiori, degli odori e dei tenui colori. Penso che non posso di certo avere il fisico e l’energia di una ventenne. Ma aggiungerei nemmeno quello di una trentenne. A voler esagerare direi pure quello di una quarantenne. C’è però che io tutte queste età le ho già avute e le ho vissute tutte fino in fondo quindi di che catastrofe dovrei poi parlare? Piuttosto devo riconoscere di averlo fatto forse un po’ troppo a fatica, un po’ troppo, per così dire, in apnea. Tanto che oggi sarò anche un po’ più ferma e stanca però mi pare che la vita mi si adatti e allisci addosso, quasi che più ferma e lenta io cominci a respirare meglio. Non voglio dire che dall’apnea sono già passata alla respirazione profonda. Per questa, inutile illudersi, ci vuole ancora tempo però mi piace interpretarle le cose che ho intorno e magari sentirle come segnali che mi invia l’Universo.

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